Eppure il Vento soffia ancora.

Ultimate League:Che il sogno abbia inizio!

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  1. Gadovor
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    ha aggiornato quello sbagliatooo!! -.-"""

    CITAZIONE (¬X™ @ 16/11/2011, 22:16) 
    Non sono uno scrittore e sto scrivendo solo per sfogare quel poco di fantasia che mi è rimasta,quindi se avete consigli e suggerimenti dite pure,criticate anche ma non aspettatevi molto.Comunque taglio corto alle domanda:si mi piace il calcio e si è un fantasy.Non capite perchè l'ho detto?Leggete allora!


    Capitolo Primo
    Eppure il vento soffia ancora

    -E rieccoci qui riuniti amici sportivi per la finale del torneo di Ultimate Soccer. Le due squadre si stanno dando battaglia da novanta minuti senza sosta. La Never continua a tener testa alla squadra campione in carica con orgoglio. Ed ecco che il quarto uomo avvisa che ci saranno due minuti di recupero. Questa sarà la parte più dura della partita.-
    Lo stadio era pieno. La gente incitava i propri beniamini a dare il massimo negli ultimi minuti di gara con cori e urla. Gli allenatori dalle panche urlano gli ultimi comandi prima che si scateni l'inferno. Ecco, iniziano i minuti finali. Pioggia. Proprio ciò che ci voleva per creare quell'aria di leggenda. Non si può sbagliare nulla in certi casi.
    Si sgomita, si corre, si urla. Ma le urla dei giocatori svaniscono sotto gli incitamenti dei tifosi.
    Un fischio. C'è il fallo dal limite dell'area, sarà calcio di punizione. Proprio alla fine, qui si decide la partita, o la va o la spacca. Ci vuole un cecchino, uno infallibile.
    -Silver, è tua- L'allenatore dà il verdetto.
    Un ragazzo forse quindicenne appena si avvicina alla palla sicuro di se. Il pubblico rimane in silenzio, sa che questa è la svolta. Qualche ultrà canta dalla curva, ma il resto è silenzio. Si posiziona la barriera e il portiere si prepara. La pioggia scende lieve sul terreno di gioco bagnando il volto dei giocatori.
    -Amici, questa punizione sarà decisiva. Silver è la rivelazione di quest'anno, ma affidargli un compito così importante è pura pazzia.-
    Ecco, è in posizione. L'arbitro fischia. Silenzio. I giocatori, i tifosi allo stadio e quelli da casa, anche il telecronista, tutti aspettano. Silver parte ,prende la rincorsa e colpisce la palla. è un tiro molto forte che parte a giro verso la porta. Punta all'angolino alto. Il portiere non può arrivarci, è dentro sicuramente!
    Un suono. Stridulo e assordante. Diventa sempre più forte. Lo stadio scompare con tutti i suoi tifosi. Si torna al presente.



    -No, non ancora!- A parlare era lo stesso ragazzo del sogno –perché devo alzarmi sempre sul più bello?-
    Si sedette sul suo letto passandosi una mano fra i capelli. Guardò la sua stanza. Per lui era il massimo. Aveva una camera tutta per se nonostante avesse un fratellino. La sua camera era piuttosto grande e luminosa. Tutte le mattine infatti se la sveglia non lo svegliava ci pensava la luce del sole che colpiva la sua faccia; inoltre aveva sulle finestra tende di colore rosso che sembravano cambiare “l’aria” della stanza, da un arancione spento ad un rosso fuoco.
    Si alzò e si diresse alla finestra. Il sole splendeva in alto nel cielo, mentre una leggera brezza entrava nella stanza scompigliando i suoi capelli. Rientrò dirigendosi verso il bagno. Per prima cosa si diresse allo specchio.
    -Oggi è il primo giorno della nuova scuola. L'estate purtroppo è finita ed è ora che io mi abitui all'idea.- si disse fra se e se guardandosi. Aveva una mediocre stima di se stesso. Si riteneva un ragazzo normale e a guardarlo era proprio così. Carnagione chiaro-scura, bruno con capelli corti e occhi verdi. Lineamenti tipicamente italiani e con un paio di brufoli: il tipico adolescente.
    Si fece la doccia e si vestì in fretta scendendo giù per le scale di casa verso la cucina, dove sicuramente sua madre lo stava aspettando. Infatti era lì, a sorseggiare il caffè.
    -Ciao mà!- disse fiondandosi sulla tazza di latte e cereali
    -Buongiorno, pronto per il primo giorno di scuola?-
    -Si! O almeno spero...-
    -Perché parli così?- domandò preoccupata
    Silver si staccò dalla tazza di latte e guardò fuori dalla finestra della cucina -Non conosco nessuno...spero solo di farmi nuovi amici-
    La madre stava per rassicurarlo quando un occhio le cadde sull'orologio.
    -Guarda che ore sono! Sbrigati o perderai l'autobus!- urlò



    Silver uscì di corsa da casa diretto alla fermata del bus. Erano le 7:15 il bus sarebbe arrivato a momenti. Infatti ecco che arriva. Un classico bus blu, come quelli che lui vedeva prendere ai ragazzi delle Superiori.
    Sorrise fra se e se. Ora era fra i ragazzi delle superiori, fra quelli grandi, quelli fighi. Magari ci fossero stati i suoi amici lì con lui per ricordare quel momento.
    Si diresse verso gli ultimi posti, quelli per la quale si faceva la gara alle medie.
    -Bei tempi quelli!- pensò
    Si sedette e si mise le cuffie alle orecchie ascoltando canzoni di vario genere per tutto il tempo. Per lui la musica era qualcosa di speciale. Ogni canzone gli ricordava qualcosa di diverso e lo faceva partire con la fantasia. Sognava di giocare a calcio, quel calcio fantastico che si vedeva in televisione. Quello in cui il pallone diventava ovale e per dribblare l'avversario si utilizzavano tecniche assurde. Ma ovviamente erano solo sogni, per fare quelle cose servivano anni e anni di allenamento.
    Nel frattempo che Silver partiva con la mente, il pullman andava verso il paese in cui si trovava la sua nuova scuola Superiore.
    Fuori dalla finestra le immagini si susseguivano rapidamente, proprio come in quei film che tanto adorava vedere. Il pullman uscì dal suo paese, dal suo mondo. Lì aveva vissuto per tanto tempo e ormai conosceva tutte le strade a memoria. Ora avrebbe dovuto abituarsi ad un nuovo posto.
    Sospirò. -Che l'avventura abbia inizio!-
    Intanto che era assolto nei suoi pensieri la vettura si riempì di ragazzi e di persone adulte pendolari. Uno di questi si sedette affianco a Silver. Aveva un aria molto strana. E non solo l'aria, anche il suo aspetto non dava una bella impressione. Silver lo osservò.
    Venne colpito dal colore dei suoi capelli. Viola scuro raccolti a codino.
    Il ragazzo si accorse di essere osservato. -Che hai da guardare?-
    -Mi avevano colpito i tuoi capelli- rispose Silver abbozzando un sorriso, nella speranza di attaccare bottone.
    -Se non vuoi che sia il mio pugno a colpirti ti conviene guardare i tuoi di capelli- il tono del ragazzo era minaccioso, come se avesse avuto veramente intenzione di prenderlo a pugni sul momento.
    Uno dei tanti difetti di Silver era quello di non saper abbassare la testa e accettare le cose .Era pronto a rispondergli a tono, anche se quel ragazzo gli metteva paura. Ma il pullman sì fermò interrompendolo. Era arrivato a destinazione.
    Il ragazzo lo guardò male e si diresse verso l'uscita
    -Ti è andata bene- si fermò e guardò Silver -Marmocchio-
    Silver si sentiva ribollire di rabbia, ma era il suo primo giorno ed era meglio non dare spettacolo. Si alzò e seguì il resto degli studenti verso l'uscita.


    Il sole splendeva alto nel cielo e non vi era traccia di nessuna nuvola. Davanti a Silver lo spettacolo era fantastico. La scuola era enorme. Un enorme giardino prendeva la parte antecedente alla scuola. Una specie di piazza prima della scuola dove gli studenti si incontravano e chiacchieravano. A sinistra c'erano due campetti da tennis, attrezzati e illuminati. I ragazzi erano tutti lì, chi giocava e chi guardava.
    -Se la memoria non mi inganna la scuola è famosa perché si classifica sempre fra le prime ai campionati nazionali studenteschi.-
    Si vedeva che la scuola ci teneva al Tennis, infatti lì vicino c'era anche il bar.
    -L'avranno fatto per attirare più studenti- sbuffò fra se e se Silver.
    A destra invece c'era quello che doveva essere un campetto da calcio. Silver si fiondò immediatamente lì sperando di aggiungersi ad una partita, ma ciò che vide fu l'esatto contrario di ciò che si immaginava.
    Era sì un campo a undici, ma non era di certo né nuovo né attrezzato. Non doveva essere usato da almeno un paio d'anni.
    Il campo di terra presentava qua e la qualche ciuffo d'erba selvatica. Le porte erano arrugginite e prive di reti. Le linee di delimitazione del campo non si vedevano più.
    -Non è un campo, è uno schifo!- disse a bassa voce, ma qualcosa lo colpì. C'era qualcuno che palleggiava vicino alla porta di sinistra. Era un ragazzo.
    -Almeno qualcuno che gioca c'è!- disse avvicinandosi, ma raggiunta la linea del centrocampo si fermò.
    Il ragazzo era lo stesso che si trovava nel pullman e con la quale aveva litigato. Palleggiava con le mani in tasca assolto nei suoi pensieri.
    -Forse è stato aggressivo solo per non farsi mettere sotto. In fondo sarà un bravo ragazzo.- pensò -Si, ho sbagliato a giudicarlo.-
    Si avvicinò a lui. Più si avvicinava più lo studiava. Era alto più o meno quanto lui, forse faceva il secondo superiore se non il terzo.
    Assolto nei suoi pensieri non si era reso conto di essere arrivato all'interno dell'area di rigore.
    -Che cosa vuoi?- la voce del ragazzo era aggressiva come nel pullman.
    -Ok, forse mi ero fatto l'idea giusta- pensò -Passa la palla, facciamo due tiri!- propose.
    Il ragazzo lo guardò stupefatto. Perché quello sconosciuto insisteva tanto per ottenere un contatto? Era tanto tempo che nessuno si comportava così...no, non era il momento adatto per stringere amicizia. Tantomeno con uno sfigato.
    -Va via sfigato- disse aggressivamente continuando a palleggiare
    -Sfigato? Ehi amico non ti scaldare tanto! Volevo solo fare due tiri! Chi ti credi di essere?- urlò Silver
    Delle immagini passarono veloci nella mente del ragazzo. Due figure giocavano a calcio...un pallone...una luce...sangue...rabbia...
    Nelle sue vene ora scorreva rabbia allo stato puro.
    -Vuoi fare due tiri? Prendi questo!- urlò con rabbia. Diede un colpo più forte facendo alzare il pallone. Un movimento rapido con la gamba. Silver non riuscì più a seguire il pallone, sentì solo un forte colpo all'addome. Il tiro l'aveva colpito.
    -Non metterti più sulla mia strada...sfigato- disse con aria più calma allontanandosi.
    Silver tossiva in ginocchio portandosi le mani al petto. Non aveva mai visto una simile potenza di tiro. Si accasciò al suolo. Pensò:<< bell'inizio di anno scolastico!!>>.


    Rimase lì, per terra, abbandonato da tutti e da tutto, mentre la campanella della scuola per l'inizio delle prime lezioni era già suonata.
    Rimase per terra per circa 15 minuti mentre pensava e ripensava alle cause della rabbia di quello strano ragazzo e al suo micidiale tiro! Non aveva mai visto nulla del genere. Neanche i migliori tiri dei suoi amici con i quali giocava a calcetto in mezzo alla strada messi insieme riuscivano ad eguagliarlo.
    Finalmente dopo altri lunghissimi 5 minuti si riuscì ad alzare e si diresse barcollando con la cartella sulle spalle verso l'entrata della scuola, mentre gruppetti di ragazzi lo guardavano dalle finestre della scuola. Lo guardavano meravigliati e stupiti del fatto che nonostante quel tiro era riuscito a rialzarsi.
    -Guarda la, si è rialzato!- 
    -è un pazzo, se lo incontra di nuovo è morto!-
    -Che cretino...-
    Li sentiva. Si vergognava, però avevano ragione, un altro colpo del genere lo avrebbe steso definitivamente.
    -Vai a casa- una voce dietro di lui aveva parlato. Silver si girò con l'intenzione di capire chi fosse.
    Era un ragazzo. Sicuramente anche lui un nuovo arrivato, era poco più basso di lui. Capelli neri e corti ricci, ma fatti per sembrare a spina. Jeans e maglietta a maniche corte azzurra, strano abbinamento.
    -Va a casa, stando qui rischi troppo- ripeté il ragazzo.
    -E chi ti dice che non sia l'altro ad essere in pericolo?- Rispose, cercando di nascondere il dolore che stava provando e abbozzando un sorriso di sfida.
    Il ragazzo sorrise. Chiunque fosse colui che aveva di fronte aveva fegato a rischiare così tanto. Provava un misto di stupore e, quasi, ammirazione per quel folle. Gli stava simpatico. Ma farlo restare lì fuori significava segnare la sua rovina. Sorrise.
    -Io sono Gadovor. Gadovor Light.-
    -Piacere Silver Windasia- disse con fatica Silver. Era veramente distrutto.
    -Senti...Silver, ti conviene entrare o ti segneranno come assente.- disse prontamente Gadovor
    -E tu? Tu non sei in ritardo?-
    -Io sono del secondo anno, non ho l'ammissione oggi!-
    Silver era stupito. -Secondo anno? E chi se lo aspettava- pensò.
    Gadovor si avvicinò e lo aiutò a camminare.
    -Veloce entriamo!- disse proprio mentre suonava l'ultima campanella. Era di 20 minuti in ritardo.



    Entrò velocemente in classe e, con suo grande stupore la professoressa o professore che doveva venire ad ospitarli nella nuova classe non era ancora entrata. Ma lui non si preoccupava di questo; si preoccupava del  forte dolore che aveva allo stomaco e, per il suo comportamento da “grande” non volle darlo a vedere e si diresse di corsa all'ultimo posto libero, in fondo a destra. 
    Gadovor lo aveva lasciato all'entrata della classe, raccomandandosi di evitare in qualunque modo un nuovo incontro con il ragazzo dai capelli viola. Si sedette e cercò di non pensare a ciò che era successo.
    Si guardò in torno. Provava un grande stupore e, in un certo senso, divertimento a vedere quella nuova classe, così grande, così bianca; sembrava che l’avessero verniciata qualche ora prima che lui entrasse. Infatti era di un bianco lucente come la seta, mentre i banchi erano come quelli che aveva sempre visto: di media altezza, verdi su cui vi erano iscritti dei nomi, o frasi incise con le forbici da ragazzi più grandi. L’aula si affacciava sulla strada che conduceva alla scuola ed era molto illuminata dato che i raggi del sole, colpendo i vetri delle finestre, venivano direzionati in ogni angolo della stanza.
    Dopo aver dato un’occhiata alla stanza passo ad osservare i ragazzi che sarebbero subito diventati suoi compagni di classe.
    Pur avendo immaginato che il ragazzo dai capelli viola fosse di secondo superiore, provò un grande senso di sollievo nel vedere che non era nella sua classe.
    -Sarebbe stato un disastro se quel bulletto fosse stato qui- pensò rassicurandosi. Ora poteva dedicarsi al suo primo giorno di scuola.
    I ragazzi erano divisi in gruppetti. Molto probabilmente erano divisi in base alle vecchie conoscenze.
    -Quanto mi manca la mia classe...- il pensiero non poté non passare nella sua mente. Così come tutte quelle partitelle con i suoi amici...
    -Peccato solo che qui non giochino a calcio. Però...- un idea balenò nella testa di Silver . No, era una di quelle idee irrealizzabili. Una di quelle che avrebbe cominciato e mai finito ,come accadeva sempre.
    Si girò di lato per vedere chi fosse il suo compagno di banco. Un ragazzo stava scrivendo su un block notes degli appunti. Sembrava davvero concentrato. Silver cercò di memorizzare quell'aspetto, visto che sarebbe stato il suo vicino per tutto l'anno. Occhi marroni, capelli castano chiaro corti e a spina, raggruppati come per formare una cresta. Indossava una tuta con i pantaloni rossi, maglietta gialla e maglia a cerniera arancione.
    -Si vede che gli piacciono i colori caldi...- gli venne da pensare ridendo tra se e se.
    Si avvicinò per leggere cosa stesse scrivendo. Era una formazione da calcio a 11.Sul portiere c'era un nome "Alex", mentre il resto dei giocatori erano senza nome. Silver stava per parlare, quando entrò una donna sulle cinquant’anni in classe. Capelli e occhi neri come il carbone, vestiva una gonna nera e una camicia bianca. Si mise davanti alla cattedra e restò in silenzio. La classe si ammutolì.
    -Finalmente un po’ di silenzio. Vi ricordo che ora siete alle scuole superiori e non più alle medie!- disse la donna prendendo in mano il comportamento frenetico della classe.
    -Sono la Professoressa Laporta. Voi siete la...-aprì il registro di classe dietro di se -Prima A, giusto? Bene. Io sarò la vostra professoressa di italiano. Benvenuti alla “Ultimate”!-


    CONTINUA...

    Crediti:
    ¬X™:Scrittore
    Gadovor:Correttore
    ~Nicholas~:Aiutante-Autore (lol)



    corretto...
     
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  2. ¬X™
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    CITAZIONE (~Nicholas~ @ 21/11/2011, 16:46) 
    Grande, mi piace un casino :D. Però noto ancora degli errori lol

    CITAZIONE (¬X™ @ 16/11/2011, 22:16) 
    -Io sono Gadovor. Gadovor Light.-
    -Piacere Silver Windasia- disse con fatica Silver. Era veramente distrutto.
    -Senti...Silver, ti conviene entrare o ti segneranno come assente.- disse prontamente Stefano
    -E tu? Tu non sei in ritardo?-
    -Io sono del secondo anno, non ho l'ammissione oggi!-
    Silver era stupito. -Secondo anno? E chi se lo aspettava- pensò.
    Stefano si avvicinò e lo aiutò a camminare.




    Pur avendo immaginato che il ragazzo dai capelli viola fosse di secondo, provò un grande senso di sollievo nel vedere che non era nella sua classe.

    Chi è Stefano? :asd: e poi se il ragazzo fosse di secondo non cio sarobbo stoto nollo suo classo xD
    La storia mi ricorda un po Inazuma Eleven :D

    1)Stefano era il vecchio nome del personaggio :sisi:
    2)Appunto quello dai capelli viola,il bulletto :sisi:
    3)è una tua impressione :sisi:
     
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16 replies since 16/11/2011, 22:16   170 views
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