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  1. Ðirettøre
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    Per le varie FF(FanFiction) del forum ho scritto molte bozze. Vi avviso che potrebbero contenere errori, dato che non le ho corrette.




    Capitolo 3

    La mano di Alessandro penzolava dal letto. Quella notte non riusciva a dormire. Era irrequieto. Qualcosa lo turbava... Ripensó alla giornata appena trascorsa:
    Aveva minacciato un cittadino con un coltello ("incurante", pensó, "potevo rischiare la galera"). Non era questo che lo faceva sentire male. L'incontro con il cosiddetto Team Plasma, lo faceva riflettere... Avevano ragione? Noi allenatori schiavizziamo i nostri Pokemon? Aveva dei dubbi. Si alzó. Prese l'accappatoio e lo indossó, poi si diresse alla finestra. Nella penombra del lampione, notó un varco aprirsi. Dal varco uscì prima un Darkrai e successivamente un ragazzo. Non era riconoscibile... Portava un mantello nero, come i pantaloni e la giacca. Il mantello, non era comune: la parte in fondo era allargata.
    Dal varco, prima che si chiuse, uscì un'altra figura, pressapoco vestita uguale. Su tutta l'immagine spiccavano i capelli biondi. "È una ragazza", pensó Alessandro. Era convinto di averla già vista.
    Rimase fermo, ad osservare i due, mentre parlavano.

    Dopo qualche minuto, saltó fuori dal nulla un membro del Team Plasma.
    Alessandro era preoccupato e si chiedeva se dovesse intervenire.

    Non intervenì, e questo lo fece preoccupare ancora di più: per scacciare la recluta, l'uomo aveva utilizzato un Giratina.

    La conversazione duró ancora pochi minuti. Poi l'uomo scomparve nel nulla. La donna si voltó, diretta verso Austropoli. Fu allora che Alessandro la riconobbe: Camilla, la campionessa della Lega di Sinnoh

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    Capitolo 2

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    La lotta continuava... A Tobias restavano solo 3 Pokemon, di cui uno leggendario.

    Decise che il momento era giunto:

    - Vai Giratina, scelgo te! -


    Sotto il cappuccio nero dello sfidante, il nostro eroe notó gli occhi: erano sorpresi.


    Con la sua solita voce sadica, annunzió la fine del Pokemon venuto dall'inverso:

    - Dialga, usa Fragortempo! -


    Il pubblico era allarmato: un altra speranza del giovane allenatore persa? No, Giratina non era esausto. Tobias gli fece usare Oscurtuffo che mandó K.O. Dialga.

    "Chissà ora cosa mi tocca affrontare..." pensava il ragazzo.


    Battè il bastone per terra e da un pozzo di lava oscura, apparve in tutto il suo "splendore" Darkrai.
    L'uomo non disse nulla: Darkrai agiva da solo.
    Vuototetro,Mangiasogni,Incubo,Neropulsar.
    Lo stesso si ripeté con gli altri due Pokemon.

    Tobias aveva perso.

    Il pubblico acclamava il vincitore, ma egli parve non gradire; lasció una medaglia al perdente e sparì, così come era apparso alle iscrizioni.


    Tobias rimase perplesso: che strano dono... Una medaglia.


    La sera, aveva 2 pensieri per la testa: "Come ho potuto perdere!" e l'altro: "Cosa sarà questa medaglia?".


    Pensava al futuro, cosa avrebbe fatto?


    Stava cenando, Marco lo rincuorava come poteva.


    Al tavolo si avvicinó uno strano figuro: un ragazzino, dall'aria sbarazzina, vestito alla moda. Riconobbe la medaglia in mano a Tobias:

    - Ehi tu! Sei quello che ha perso alla finale, nevvero? Mi potresti raccontare come hai ottenuto quella medaglia? -

    Tobias, raccontó come era finita la lotta. Il ragazzino si presentó come Ruggero; disse che se ne sarebbe andato e che avrebbe chiamato una persona che conosceva benissimo quella medaglia: la Medaglia Quadriglia.


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    Prologo

    Era girato, non poteva vederlo. Come invisibile. L'ultima ombra: si faceva chiamare "The Last Shadow". Un sibilo, poi uno spruzzo di sangue. Un corpo a terra, senza vita.

    Se non quella sera, Shadow, non si era mai mosso dalla sede centrale. Cercava vendetta...

    1

    - Che ore sono?- Alessandro faticava ad alzarsi. Arrivó una telefonata. A malincuore, Alessandro alzó la cornetta e rispose: - Pronto? - La sadica voce di Simone, il segretario, lo fece sobbalzare - Signor Alessandro, l'ho svegliata? - "Col cazzo",pensava Alessandro - Volevo informarla che il redattore del suo acerrimo rivale, Eva, ha indetto una campagna elettorale 10 giorni prima del previsto. - "Ci mancava questa..." pensava, ancora, Alessandro.
    Rimise la cornetta al suo posto e, a fatica, si vestì in modo presentabile. Prese l'automobile, la sua "ferarina", per dirigersi alla sede di Kelive. Kelive, era un'associazione molto rigida. Il suo presidente l'ha candidata alle elezioni amministrative. Lui stesso ne è voluto, peró, rimanere fuori. Il capolista, ora, è l'ultima ombra.
    Arrivato in ufficio, Alessandro, esaminó con cura i documenti della campagna avversaria: - Bah, comunisti! Chiamatemi Vittorio!

    Si presentó alla sua porta; portava il solito mantello, la solita giacca, il solito cappuccio, il solito bastone. "Nulla di insolito", pensò Alessandro.
    Giunto dinnanzi a lui chiese: - Ho eseguito ció che mi aveva chiesto.
    Roger, detto Blaze per la sua audacia, è morto. La cosa che mi preoccupa: anche in punto di morte, egli, non sveló nulla. Ciò mi fa pensare che lei mi abbia fatto assassinare la persona sbagliata?
    Alessandro era pronto ad una domanda del genere: - È possibile. Oggi Eva, la capolista di Oul, come saprà comunista, ha cominciato la campagna elettorale.
    - Arrivi al punto! - Disse Vittorio.
    - Se ne deve sbarazzare, signor Shadow.

    2

    Vittorio si trovava in North Road, si dirigeva verso la sede di Oul.
    Mentre attraversava Lime Street, Alessandro, nella sede di Kelive, stava firmando per un'operazione dei servizi segreti.

    Vittorio, era appena arrivato nella sede di Oul, decisamente più grande della sua.
    Si accostó all'ingresso, la guardia non lo notò.
    Entró, sapeva benissimo che non poteva trovarla alla reception, si diresse quindi verso una porta "Staff Zone, Members Only". La serratura era protetta da un codice... "Poco male", pensó Vittorio mentre collegava il computer al lettore.
    Il computer ronzava... Dopo pochi minuti, un rumore sordo fece capire all'ombra che la porta era aperta.

    Entró, la prima stanza, diceva "Serena", "La Sirenetta di Alessandro", pensó Vittorio.
    Sentì un rumore: Rossella, l'avvocato di Alessandro, usciva da una stanza. Pensó bene di seguirla, infatti ella si doveva trovare con Cainõ, il temibile avvocato di Serena.
    Vittorio seguì tutta la conversazione: Rossella aveva in mente qualcosa, non fece altro. Era già davanti alla sede di Kelive.

    Raggiunse Alessandro nella sala caffè. Comunico ad egli le ultime "notizie" anche riguardo alla discussione fra Cainõ e Rossella. "È certo...", pensó Alessandro, "questo Cainõ è molto furbo e cerca di farsi la nostra Rossy..."

    La mente diabolica dell'ombra, suggeriva un doppio gioco.

    3

    Alessandro non obbiettó, ne tanto meno, concesse, questa idea doppio giochistica. Lasció fare all'ultima ombra ciò che riteneva più opportuno.

    La stessa sera, si trovava nella sede di Oul, seduto con Amy. Amy indossava un completo rosa, sulla bocca un rossetto D&G inconfondibile.
    Vittorio cominció: - Sono interessato alle vostre idee, anti-riforma... Come intendete contrastare il vostro "rivale", durante le elezioni?-
    Amy sembrava stupito della domanda, ma lo stesso rispose: - Certo, come lei saprà, le mie idee hanno molta influenza, e in più abbiamo tanti sostenitori. La società Kelive, non sembra andar bene; di questi tempi, nessuno compra più certe cose.
    Vittorio, deciso a colpire nel segno, continuó: -Ma, fra di voi, andate d'accordo? Sopratutto, vorrei capire, come mai un giornale così famoso, come Oul, si metta a fare politica...

    Amy non rispose, fissava un quadro sul muro: lo raffigurava, sullo sfondo c'era Oul, mentre, sulla sinistra, appariva, chiara, la faccia di Serena, direttrice del giornale.

    Amy, scosse il capo: - La politica, di questi tempi, è ingiusta, troppi ricatti, la gente si vende, e cose così. Bisogna risistemare tutto, e lo faremo alla faccia del signor Alessandro.
    Non intendo, invece, rispondere alla sua prima domanda, per questioni mie, private.

    4

    La cena era finita. Vittorio aveva ottenuto poche informazioni ma aveva comunque intenzione di agire. Bisognava provare a rallentare il lavoro di Oul.
    "Si, ma come?", continuava a chiedersi Vittorio. Il cielo di quella sera era particolarmente limpido. La luna non era piena. Il sole si vedeva, poco, all'orizzonte.

    Mentre lasciava il giornale, incroció Eva, la capo-redattrice. Non ci pensó due volte, mentre passava, sporse il pugnale. Eva cadde a terra in una fontana di sangue. Ormai, Vittorio, poteva finalmente finire la giornata con soddisfazione.
    La mattina seguente, fece capolino ad Alessandro della cena e dell'omicidio. Alessandro, non fece altro che scuotere il capo, in segno di approvazione.

    L'ombra passeggiava per Lime Street, in cerca di pace.
    I lunghi viali alberati, ormai spogli, non davano cenno di inquietudine. Arrivato alla casa di Rossella, notó la ragazza parlare, ancora, con Cainõ. Seguì attentamente la conversazione, parlavano di Oul. Rossella, stranamente, pareva d'accordo con alcune affermazioni del rivale.

    Dopo la sua conversazione la fermó, per interrogarla.
     
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