Titanic

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  1. ¬Kurt™
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    Titanic


    10 Aprile 1912, Southampton/Oceano Atlantico.
    “Ehi Luis, quella sarebbe la nave inaffondabile?” chiese un’incredulo Josh. Il suo compagno rimase esterrefatto. Il Titanic, nave su cui si imbarcarono in quel giorno a Belfast, era davanti a loro. Gemello dell’Olympic, Il grande transatlantico ,di proprietà della White Star Line, era immenso e non fu neanche molto facile reperirne il biglietto di terza classe, quello aquistato da Josh e Luis.
    Erano le 9:00 e i due, dopo le visite mediche, si imbarcarono e assistettero, dalla prua, alla mancata collisione con la nave New York. Ciò fece slittare la partenza di un’ora.
    Venne così continuata la vendita dei biglietti e alla fine risultarono ben 2300 i passeggeri del Titanic.
    I motori della nave cominciarono a muoversi, così come le eliche. Il transatlantico era partito per il suo tragico viaggio inaugurale.
    Josh e Luis entrarono nelle loro cabine. Capirono subito che la terza classe di quell’imbarcazione era come la prima delle altre.
    In cabina avevano altri due coinquilini, Tommy e Rick.
    La stanza era addobbata da numerose decorazioni e da due letti a castello. Non fecero molto caso alla monotonia del colore bianco, tanto dopo pochi giorni sarebbero stati in America!
    Il primo giorno sul Titanic non si può considerare molto ricco, Josh salì a prua e conobbe le altre persone sulla nave. Dopo di ciò, si diresse verso il salone, situato tra la seconda e la terza ciminiera. Qui bevette il tè, giocò a carte e si divertì insieme a Luis ed altri passeggeri tutta la giornata, fino alla cena.
    Il luogo in cui vi fu la grande mangiata tra uomini di terza classe fu il ristorante “A le carte”, sul ponte B.
    A prendere le prenotazioni fu un italiano : Gaspare Pietro Antonio Luigi Gatti.
    Il banchetto durò qualche ora e, dopo aver terminato, Josh e Luis andarono a poppa molto ubriachi. In quel posto stava fumando il secondo ufficiale Charles Lightoller, che aveva affidato il timone al primo ufficiale William Murdoch.
    Charles si accorse dei due e per evitare problemi con loro ritornò in plancia mentre i due ragazzotti si avvicinavano pericolosamente alla sporgenza della poppa.
    Grazie a un freddo intervento di Thomas Andrews, progettista del Titanic, si riuscì ad evitare il peggio che però non era neanche comparabile a ciò che sarebbe successo se Ismay sarebbe venuto a sapere di ciò che Josh e Luis stavano per fare.
    Andrews riuscì a far addormentare i due e a farli portare da Tommy e Rick in terza classe.
    Successivamente, Wilde, capo ufficiale del transatlantico fece i complimenti a Thomas per la mancata tragedia.
    Nel frattempo, una nave nelle vicinanze invia un messaggio di allerta: pericolo Iceberg.
    11 Aprile 1912, Oceano Atlantico
    "Mmh.... accidenti... mi sento male...".
    Josh si era appena alzato e vide tutti i letti vuoti, tranne quello di Luis che continuava a dormire accarezzandosi lo stomaco.
    "Ieri sera ci abbiamo dato dentro... se avessi saputo che sarei stato così male non avrei bevuto tutti quei brandy."
    Si accasciò al letto e ci rimase sdraiato fino a quando il dolore non lo abbandonò.
    Subito dopo svegliò Luis che come era successo a lui pochi istanti prima era tutt'un dolore.
    "Cosa ci é successo ieri sera?" chiese Josh. L'inglese non rispose inizialmente, però ,dopo, si decise ad aprir bocca e rispose di non ricordare nulla.
    Aspettarono per un pò il ritorno di Tommy e Rick fino a quando si stufarono e uscirono dalla cabina. Si dirissero verso il Caffé Parigino e ,come pensavano, incontrarono i loro coinquilini che gli raccontarono del loro mancato incidente nella poppa.
    Dopo il lungo racconto, Josh e Luis presero una cioccolata calda e, quando ebbero finito, si precipatorono nella cabina di Andrews.
    I ragazzi aprirono la porta e videro Thomas mentre beveva il té, con la faccia rivolta alla finestra da cui vedeva l'immenso Oceano Atlantico.
    L'uomo si girò e vide con sorpresa i due giovani. Il primo ad incominciare fu Luis: " Signor Andrews... noi volevamo ringraziarla...".
    "E per che cosa?" fu la fredda reazione del progettista. L'inglese, nonostante la tensione riuscì a rispondere: "Per ciò che ha fatto ieri notte, ci ha salvato la vita e noi le saremo eternamente grati...".
    "Adesso capisco, voi siete quei due ubriaconi di ieri sera. Non siete niente male, considerando che siete tornati da una notte molto intensa..." disse con un pò di sarcasmo il quarantenne.
    " Bé, ciò che volevamo dirla é che ci dispiace e che ci scusiamo per ciò che abbiamo fatto. Faremo checché cosa per farle vedere quanto siamo riconoscenti." intervenne a sproposito Josh.
    "Qualunque cosa? Bé... se la mettete in questo caso vi chiedo di rinunciare all'America." disse Andrews con un tono minaccioso.
    " Ci dispiace, ma non possiamo accontentarla, lì avremo un nuovo lavoro e tante opportunità. Tutto tranne questo." disse Josh.
    " Stavo scherzando, non voglio niente da voi. Andate pure a godervi il Titanic." si congedò Andrews.
    I due ragazzi, quindi, ritornarono sul ponte e qui, Josh iniziò a scrivere un diario "La mia vita sul Titanic".
    Luis stanco di aspettare che Josh finisse il capitolo dell'incidente, si separò momentaneamente dal compagno e si diresse nel salone.
    Josh si sedette e ,mentre scriveva, notò lei, la sua ex-fidanzata. Anche lei era a bordo del transatlantico e viaggiava in seconda classe. L'italo-americano non ne sapeva nulla e perciò decise di andargli incontro per salutarla. Era appena pochi metri dalla ragazza. Un uomo improvvisamente si avvicinò a Violet (si chiamava così) e la baciò. Un bacio che sarebbe rimasto impresso nella memoria di Josh, un gesto che lo paralizzò e gli impedì di salutarla.
    Erano trascorsi appena due mesi e tutta la loro vita insieme era passata in un attimo. Il suo cuore batté più lentamente. I suoi polmoni non inspiravano. Il suo animo era inesistente.
    Si allontanò in fretta e furia. Scrisse tutto nel suo diario e ,quando finì, lo posò nella tasca del cappotto.
    Passò qualche minuto e vide l'uomo che aveva baciato Violet allontanarsi. Incurante della possibile risposta della ragazza, Josh le si avvicinò e le parlò.
    Non fu una discussione molto lunga. Il coraggio dell'italiano si spense appena le parlò. La ragazza rimase senza parole, non si sarebbe aspettata di incontrare Josh sulla nave della White Star Line.
    Il silenzio durò incontrastato per alcuni minuti. Dopo aver perso il coraggio, Josh riuscì a malapena a parlare: "Ciao Vi-olet".
    "Ciao Josh." rispose la ragazza.
    "Non mi aspettavo di vederti qui." replicò un impacciato Josh.
    "Neanch'io."
    Violet era una ragazza di poche parole e non amava molto discutere. Sapendolo, Josh evitò giri di parole e andò al dunque.
    "Perché vuoi andare in America? E chi é quell'uomo che ti ha appena baciata?" domandò con nervosismo il ragazzo.
    "Non t'interessa. Non sei più il mio ragazzo e non sono obbiligata a risponderti."
    "Ti prego, Violet. Se non ti rincontro più, ne avrò il rimorso per tutta la vita."
    "Non posso farmi trovare qui con te, vattene o chiamo un ufficiale."
    Le minacce della giovane non lasciarono altra scelta a Josh. Se ne andò verso la prua, depresso come non mai.
    Arriva un altro messaggio di allarme. Banchisa di Iceberg nelle vicinanze.
    12 Aprile 1912, Oceano Atlantico
    "Quindi hai rincontrato Violet?" Luis domandò al compagno dopo il suo lungo racconto.
    "Si, é quello che ti sto spiegando da mezz'ora." s'innervosì Josh, che dopo essersi sfogato con il compagno salì nel ponte. Continuò ad aggiornare il suo diario, in cui scrisse emozioni, gioie e dolori di tutto quello che gli stava capitando. Non poté far a meno di sperare, però, che Violet tornasse da lui. In fondo il viaggio sarebbe terminato il 17 e da lì ad allora aveva molto tempo per convincere la ragazza.
    In che modo poterci riuscire? Questo non lo sapeva ma aveva molti giorni per sperare.
    Josh si sedette. Era ancora pieno giorno e quindi decise di divertirsi, incurante del suo stato d'animo.
    Con molti altri uomini di terza classe, cantavano degli speciali inni contro i ricchi borghesi, riferimento a coloro che hanno il biglietto di prima.
    Dopo un pò, il primo ufficiale, Murdoch venne a sgridarli.
    Se non la cessavano, potevano avere seri problemi perciò la terminarono lì.
    Josh, allora, andò nel salone e giocò a poker, sconfiggendo l'uomo che le aveva fregato Violet, un certo Joseph Dampson.
    La ragazza vedeva preoccupata la loro partita, sapendo che Josh era molto socievole e avendo perciò l'opportunità di entrare nelle simpatie dell'amante.
    I suoi timori diventarono realtà e Josh fu invitato nella cena di seconda classe con lui, Violet e qualche altro loro amico.
    Un'occasione simile non si ha molto facilmente, perciò, senza riflettere, accettò l'invito.
    Quella sera fu senz'altro molto strana per Josh, abituato al divertimento della terza classe. Tuttavia riuscì a colmare la noia parlando di diversi argomenti con Joseph.
    Violet, più tesa che annoiata, li guardava, mentre ammirava il suo piatto ancora vuoto e pulito.
    D'un tratto, alle loro spalle arrivò il cameriere che gli consegnò la cena. Per qualche minuto, dominò il silenzio, che fu interrotto dalla ragazza.
    "E così signor Thayon deve essere molto povero se ha aquistato il biglietto di terza classe..." osservò.
    "Mia cara, sii più garbata. Abbiamo un ospite..."
    "Non si preoccupi signor Dampson. Vede signorina Violet, io ho i soldi necessari per la seconda classe... ma non amo pavoneggiarmi e preferisco stare in una cabina di terza classe piuttosto che in una di prima o seconda." Spiegò Josh.
    "Oh, capisco..." disse Violet rossa dalla vergogna. "Adesso mi ritiro nella mia camera."


    La ragazza andò nella sua suite, mentre Josh e Joseph restarono nella sala.
    " Sa signor Thayon, la mia ragazza, Violet, non mi vuole sposare. Non so cosa abbia. Un giorno me lo disse chiaramente. Sembra che non sia ancora pronta."
    " E' una cosa normale, molte ragazze la pensano così. Nessuno può saperlo meglio di me."
    "Oh, lei è un donnaiolo, Josh..." disse Joseph sorridendo.
    "La ringrazio."
    "Adesso si è fatto tardi. Sono già le 2:00. Io vado nella suite. Se lei vuole restare faccia pure. La saluto a domani."
    "Buonanotte signore."
    13 Aprile 1912, Oceano Atlantico.
    Nella sala macchine...
    " Robert cosa ne dici? "
    " Niente male Clive, davvero niente male, questa nave è davvero molto buona ma non resisterà mai alla bomba."
    " Molto bene. Distruggeremo il Titanic tra due giorni. Alle 18:00 del 15 Aprile 1912 l'RMS Titanic sarà solo un ricordo. "
    L'uomo che si chiamava Robert rise e proseguì nel suo rapporto della nave a Clive. Qualcosa di terribile stava succedendo.


    Josh non si arrese, non avrebbe perso la battaglia. Non poteva perderla. Decide di parlare con Violet ma inaspettatamente fu lei a cercarlo.
    Si incontrarono nel ponte e la ragazza, visibilmente spaventata e nervosa, spiegò al ragazzo il motivo di tanta agitazione.

    Edited by ¬Kurt™ - 27/5/2012, 19:42
     
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  2. ¬Kurt™
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  3. Galéh
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    Mi dispiace solo non averla letta prima. E' impeccabile dal punto di vista grammaticale, ed è una storia davvero toccante.
    Bella davvero Kurt, complimenti.
     
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  4. ¬Kurt™
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    Grazie Galeh. Sono contento che ti piaccia **.
     
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3 replies since 18/4/2012, 19:31   128 views
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