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Ragerless.
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Ma che freddo fa
Quando il freddo si prende Roma, un po’ si prende anche te e non puoi farci nulla. Epperň arriva alle cinque del pomeriggio come un corriere dalle evidenti origini meridionali, senza bussare si infila tra i vicoli del centro e la pioggia, ti fa un cenno alla finestra, senza riguardi per il tuo drummino, incalza, ti poggia una mano sulla spalla, ti scuote, lava via l’abbronzatura, confonde, si inchina e poi sbatte via la porta.
Senza salutare.
Come una donna incinta a Pical tamburella sulla pancia canticchiando la Vie en rose , batte sul tuo cervelletto rettile il pericolo, i sensi in allerta, altro che Peter Parker, ma troppo stordito per reagire, ti prende Generale Inverno, ti conduce di sanpietrino in sanpietrino lontano dalle code immotivate e dai Re d’Italia, su altri ciottoli e altri accenti e inflessioni, accelera il battito, come Duff in Coma e usa le tue illusioni uno e sto sul quattrocorde quattro.
E tra le grammatiche implicite ed esplicite e le gonnelle abbinate in modo impeccabile avverti fatiche che neanche Asterix e pozione druidica, ma “brenche”, carezze, stonature, tasti e avorio e matrimoni di ex compagni di lotta e attivitŕ ludiche della Old School. Cosě hai raccontato al tempo che passa il tempo passato, come avere tre lauree e neanche una penna d’oro, l’inutilitŕ di girare il mondo se la felicitŕ la scopri sulle strade di sempre.
E che le strade di sempre mutano i passi come l’inverno i valichi sui monti, ecco. Come d’autunno sugli alberi le foglie, soldati, tipo, che neanche se ti pagano, mani sorprese calde e piccine come un Ubaldo a caso, futuri incerti come congiuntivi e pianti, tram, borsoni, asma, ansie e chissŕ se stai dormendo.
Autore:SPOILER (clicca per visualizzare)zerokillah.